JASON MOLINA – Eight Gates
(Secretly Canadian, 2020)

Anche qualora non si fosse a conoscenza della scomparsa di Jason Molina, avvenuta da ormai sette anni, non si potrebbe fare a meno di cogliere il senso di sofferenza esistenziale sotteso alle canzoni adesso raccolte in “Eight Gates”, pur mitigato dalla sempre ispirata poetica del songwriter di Lorain, protagonista delle indimenticabili stagioni di Songs: Ohia e Magnolia Electric Co.

La registrazione dei brani risale al 2007, periodo immancabilmente tormentato, trascorso da Molina a Londra e di poco successivo all’uscita del secondo degli unici album pubblicati a proprio nome, il cui titolo “Let Me Go Let Me Go Let Me Go” già suggeriva foschi presagi. Nonostante la perplessità che contrassegna ogni recupero postumo, tanto più dopo così tanto tempo, un filo conduttore lega “Eight Gates” ai due precedenti album “solisti” di Molina, visto che anche nel caso delle canzoni e, soprattutto, dei brevi sketch in esso raccolti si ritrova la sua espressione più spoglia, innervata di dolente pathos ma anche di quella solitaria sensibilità che attraverso la musica lo connetteva, disperatamente, alla vita.

Benché tra i nove brani di “Eight Gates” vi siano soprattutto frammenti non finiti, nei casi in cui questi assumono forma di canzoni più compiute (“Shadow Answers The Wall”, “Fire On The Rail”, “Thistle Blue”) si ritrova tutta la trascinante forza emotiva di un artista il cui ricordo rivive, animato non da sola nostalgia, ma ancor più dal rimpianto di averne perso davvero troppo presto la straordinaria sensibilità umana e musicale.

https://jasonmolina.com/

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