DAVE SCANLON
Pink In Each, Bright Blue, Bright Green
(Whatever’s Clever, 2021)
Non sorprende più di tanto leggere, tra le note di presentazione di un album fondamentalmente di “canzoni”, che il loro processo di scrittura ha risposto a una pratica del tutto personale, coincidente essa stessa l’oggetto della creazione artistica. Lungi dal rivelarsi affatto autoreferenziale, tale approccio si colloca in piena coerenza con il profilo espressivo di Dave Scanlon, componente del collettivo rock JOBS e musicista già impegnato nel campo della composizione contemporanea e del jazz sperimentale, che tuttavia di tanto in tanto si dedica a un cantautorato scarno e intimista.
Il processo creativo sottostante a “Pink In Each, Bright Blue, Bright Green” è peraltro evidente nel corso delle sue quattordici brevi tracce, tre sole delle quali superano di poco i tre minuti di durata; si tratta infatti di una sorta di diario, nel quale il musicista statunitense ha appuntato una sequenza di agili appunti, riflessioni connessi a esperienze e sensazioni personali, presentandoli in tutto la loro disadorna immediatezza emotiva. Il suo compassato timbro vocale funge da voce guida narrante, integrandosi alla perfezione con scanditi arpeggi chitarristici che descrivono risonanze ovattate e frammentate filigrane armoniche, che non possono fare a meno di suscitare connessioni con la scrittura “emotiva” di Owen.
Più inquieto e destrutturato all’inizio, il lavoro si sviluppa fino a raggiungere una conclusione di lieve fluidità, offrendo cornici dalle sfumature mutevoli alla poetica cantautorale di Scanlon, personale e delicatamente istintiva.