WOLF MAPS – Landforms
(Futuresequence, 2012)
“Landforms”, ovvero di quando il descrittivismo ambientale confeziona una serie di concise cartoline sonore, che trovano perfetta rispondenza tra musica e immagini evocate.
In poco più di venti minuti, si susseguono infatti ben otto brani, i cui titoli sono già sufficientemente chiarificatori del loro contenuto: le soffici contemplazioni di “Cloud Gazing”, i sogni al rallentatore di “Slow It Down”, le tiepide folate di “Warm Air” e le più sorde movenze di “As We Moved Through The Sullen Night” descrivono, ad esempio, percorsi emozionali brevi ma efficaci, non alieni da torsioni droniche talora inquiete, eppure in prevalenza attestati su sottili linee melodiche e placidi riverberi chitarristici.
L’alternanza tra intime contemplazioni e maestose aperture cinematiche fanno di questo mini album un apprezzabile biglietto da visita per il misterioso progetto inglese Wolf Maps, ultima scoperta proposta dall’etichetta Futuresequence, che si conferma attenta talent-scout in campo ambient e sperimentale.