TAMARYN – Tender New Signs
(Mexican Summer, 2012)
Proviene dalla Nuova Zelanda l’ultima cascata di riverberi sognanti dalle tinte violacee, nella miglior tradizione delle evanescenze shoegaze di una ventina d’anni fa. Sì, quelle sonorità da qualche tempo stanno conoscendo nuova contemporaneità e il duo dei Tamaryn – formato dall’omonima vocalist e da Rex John Shelverton – in “Tender New Signs” ne offre nuova valida prova, dando seguito al debutto “The Waves” del 2010.
Nelle nove tracce del disco, la dolcezza di melodie dalle sfumature moderatamente oscure si coniugano con intrecci di feedback e cadenze ritmiche uniformi, che donano movimento a un flusso sonoro sospeso e avvolgente, che ritrova corporeità solo nell’affiorare di chitarre esplicitamente new wave, che riportano la barra di navigazione di “Tender New Signs” addirittura alle ascendenze dei vari Slowdive e My Bloody Valentine, inevitabilmente citati quando si tratta di analoghe operazioni retrospettive.
Al di là dell’estetica, la forza dei Tamaryn risiede invece proprio nella non completa adesione a un modello d’ispirazione univoco; così, mentre “While You’re Sleeping, I’m Dreaming” pesca nel chitarrismo dei Chameleons, la soffice psichedelia dell’iniziale “I’m Gone” e i rallentamenti di “No Exits” svaporano persino in direzione Mazzy Star, i muri di chitarre delle varie “Prizma”, “Heavenly Bodies” e “The Garden” riportano con decisione all’inconfondibile miscela di zucchero e tormenti emotivi dello shoegaze.
Tutto ciò non fa di “Tender New Signs” un album esclusivamente improntato alla nostalgia, poiché la freschezza delle melodie e il piglio lieve con cui il duo neozelandese ha articolato le sue trame chitarristiche riesce, qui ed ora, a coinvolgere con dolcezza, senza risultare anacronistica.
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