SAM REYNOLDS – Sam Reynolds II
(Self Released, 2011)
Un album piccolo e prezioso, il secondo album di Sam Reynolds, oggetto di tardiva scoperta attraverso il download gratuito reso disponibile per il tramite della sua pagina Bandcamp.
Ben poco, infatti, può suscitare curiosità o entusiasmi immediati delle dieci concise tracce a base di chitarra, voce e poco altro, rilasciate dal cantautore newyorkese; invece sono proprio l’essenzialità del suo songwriting e il suo tocco lieve a rendere speciali canzoni suonate in punta di dita e cantate con un moderato falsetto, reso ancor più soffuso dall’essenzialità di strutture che attingono ben poco agli arrangiamenti, lasciando invece il proscenio a un’espressione bucolica e impressionistica dai contorni sempre minimali.
Che si tratti degli arpeggi di “No-Use Man” o dell’intimismo acustico di “Row Your Boat” o della miniatura “Karina”, Reynolds mantiene sempre un piglio candido e leggiadro nel disegnare canzoni da cameretta non prive di retaggi folk e comunque sempre gravitanti intorno a melodie fiorite, che nei ricorrenti controcanti ricreano la soffusa magia di Simon & Garfunkel.
Delimitando i termini di comparazione al presente, “Sam Reynolds II” appare l’equilibrato punto d’incontro tra il Sam Beam degli esordi e il Sufjan Stevens più scarno (quello di “Seven Swans”), unito a un’intensità introspettiva degna di un Elliott Smith. Ma soprattutto il suo secondo disco suggerisce la personalità di un artista sensibile e completo, che nel volgere di una breve mezz’ora di musica riesce a raccogliere tante piccole perle di grazia melodica e autenticità espressiva.