TIM HECKER
Roma, Chiesa Evangelica Metodista
30 novembre 2012
L’officiante resta nell’ombra, a celebrare il suo rito di scultura del suono attraverso una strumentazione circoscritta a laptop, controller ed effetti. Nessuna luce al di fuori delle piccole fonti luminose necessarie per governare i suoi macchinari e di essenziali visual che si rincorrono lungo le strutture della parete di fondo; è questa la scelta estetica di Tim Hecker, funzionale a lasciare il proscenio a particelle dal moto incessante e per ampi tratti improvvisato.
Una densa grana sonora in espansione si dipana tra crepitii, pulsazioni ultraviolette, derive sintetiche cosmiche e increspature post-industriali, catturando l’attenzione del numeroso pubblico presente, per tutti i cinquanta minuti dell’afasica performance.
Quando poi rade note pianistiche campionate diradano la coltre pulviscolare creata dall’abilissimo sound designer canadese giunge il culmine del coinvolgimento e con esso la risuonante ascesi finale.
(pubblicato su Rockerilla n. 389, gennaio 2013; foto Roberto Panucci)