THOOLA – Bed Of Fallen Autumn Leaves
(Self Released, 2013)
Benché la rinascita delle modalità di narrazione tradizionale legata al folk abbia assunto ormai dimensione planetaria, non si è esattamente abituati a veder affiorare proposte collocabili in tali ambiti espressivi da Paesi al di fuori degli ordinari circuiti di produzione e distribuzione.
Messa da parte qualsiasi retorica rispetto alla tradizione da seguire, il quintetto praghese dei Thoola si è discostato dagli immaginari gotici o gitani delle sue zone d’origine per sposare il transnazionale linguaggio indie-folk, rifinito attraverso una moderata vocazione cameristica, espressa nell’associazione di arrangiamenti di violoncello all’impianto base di chitarra, basso, batteria e tastiere.
Quasi a fare da contraltare al precedente Ep di debutto (“Springs”, 2011), i cinque brani di “Bed Of Fallen Autumn Leaves” mettono in mostra il lato più umbratile e nostalgico della band ceca, pur temperato da una vena pop vivace e sbarazzina.
In poco più di venti minuti, i Thoola condensano frammenti malinconici (“Clockwork People”) e decadente lirismo (“Boulders And Flames”), inserendo romantici interludi d’archi anche nei passaggi dallo svelto passo pop, che anche per il timbro un po’ nasale del cantante Martin Pípal ricordano in maniera piuttosto decisa i Butcher Boy (“Invisible Man” e la deliziosa “Clutching Hand”).
Anche per questo, quella dei Thoola non può certo considerarsi una proposta originale e qualche limite nell’armonizzazione e negli arrangiamenti impedisce talora ai loro brani di spiccare decisamente il volo; quello di “Bed Of Fallen Autumn Leaves” resta tuttavia un ascolto molto gradevole e leggero, per inguaribili appassionati di quell’indie-folk che scolora in tinte autunnali di coinvolgente nostalgia.