HEY MARSEILLES – Lines We Trace
(Onto Entertainment, 2013)
Rivelatisi nel 2010, con la stampa ufficiale del debutto autoprodotto “To Travels And Trunks“, come una tra le più promettenti proposte del fertilissimo Pacific North West, nell’atteso secondo album gli Hey Marseilles proseguono nella declinazione romantica e orchestrale di un folk cantautorale aggiornato alla sensibilità “indie”.
In “Lines We Trace” il sestetto di Seattle, coadiuvato da numerosi altri musicisti, sviluppa la propria innata vocazione teatrale, incarnata dal timbro del cantante Matt Bishop, che rende inevitabile l’accostamento ai Decemberists. Il lavoro non smarrisce l’impianto da orchestrina folk dell’esordio, che pure affiora con decisione soltanto in un paio di pregevoli ballate uptempo (“Elegy”, “Cafe Lights”), restando altrove contenuto da un approccio più elegante e ragionato.
La scrittura collettiva della band pare così orientarsi verso un duplice obiettivo: da un lato, l’affinamento di arrangiamenti nei quali accanto a viola e violoncello compaiono anche fiati, arpa e pianoforte (quest’ultimo protagonista di due strumentali), dall’altro l’incanalamento del lirismo di Bishop in canzoni scorrevoli, che ne depotenziano i caratteri folk in favore di un più marcato piglio indie-rock, in odor di Death Cab For Cutie.
Pur scontando una diminuita freschezza rispetto al brillante esordio, “Lines We Trace” può dunque considerarsi la testimonianza di una band impegnata in un’ambiziosa trasformazione.
(pubblicato su Rockerilla n. 391, marzo 2013)
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