LOW – The Invisible Way
(Sub Pop, 2013)
La celebrazione del ventennale di attività dei Low non poteva trovare espressione simbolica più adeguata della pubblicazione di un nuovo disco, il decimo della serie della band “familiare” di Alan Sparhawk e Mimi Parker.
Prodotto da Jeff Tweedy (Wilco), “The Invisible Way” procede con decisione sui binari paralleli del ripiegamento su tematiche private e del progressivo assottigliamento delle strutture compositive, sui quali era incardinato già il precedente “C’mon” (2011). Alla riacquisita dimensione personale, corrisponde un sostanziale ricongiungimento al caratteristico stile espressivo che ha elevato i Low a indiscussi alfieri dello slow-core.
Non per questo il lavoro risulta meramente conservativo, anzi appare il frutto di un ulteriore affinamento di melodie incorporee, sempre sul filo di una tensione malinconica incrementale. Come mai in passato, in “The Invisible Way” assurgono a protagonisti la voce di Mimi – che guida cinque degli undici brani – e il suono del pianoforte, alternamente cadenzato, intenso e colorato di accenti vividi e drammatici.
La capacità dei Low di sublimare con naturalezza le proprie emozioni ricorre così in invocazioni corali (“Clarence White”), blues scarnificati (“Holy Ghost”) e in generale in quel pathos latente, autentico marchio di fabbrica della band di Duluth, che non smette di confezionare cristallini inni slow-core (“So Blue”, “Just Make It Stop”), anche nel suo disco più “classico”. Classicamente Low.
(pubblicato su Rockerilla n. 391, marzo 2013)
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