STILL CORNERS – Strange Pleasures
(Sub Pop, 2013)
Rimescolano decisamente le proprie carte gli Still Corners di Greg Hughes e dell’ammaliante Tessa Murray, creatura tra le più brillanti nell’ormai vasto panorama di proposte che attingono alle evanescenze dream-pop tra anni Ottanta e Novanta.
A scoprire con chiarezza le differenze rispetto al delizioso esordio “Creatures Of An Hour” (2011) è già sufficiente la prima traccia di “Strange Pleasures”: “The Trip” esordisce con riflessi sintetici vivaci, mentre il lavoro precedente si caratterizzava per sinuose stratificazioni di chitarre e tastiere, e si snoda con una certa monotonia per oltre sei minuti di durata, mentre le canzoni della band inglese erano state finora sempre improntate a una spiccata concisione pop.
La mutazione non è completa ma sostanziale, come rivela l’intero svolgimento disco, rivolto a languori nostalgici che ora tendono verso pulsazioni wave espanse in ambientazioni vaporose e percorse da pennellate oscure. Le fascinazioni di Hughes per la musica da film si manifestano così in soffuse raffinatezze sintetiche, che creano morbidi tappeti per la voce della Murray, il cui ruolo di musa eterea e suadente appare tuttavia funzionale più alle atmosfere che non alla guida di canzoni compiute.
Nemmeno saltuarie accelerazioni sulle tastiere e danzanti derive baleariche avvicinano la rinnovata formula degli Still Corners alla magia del primo lavoro, adesso diluita in una patina sonora troppo sofisticata.
(pubblicato su Rockerilla n. 393, maggio 2013)