ALEXANDR VATAGIN – Serza
(Valeot, 2013)
A margine della sua attività con i Tupolev e con i port-royal, Alexandr Vatagin continua un percorso personale improntato alla coniugazione di oblique declinazioni neoclassiche con texture analogiche (“Valeot”, 2006) o segmentazioni elettroniche (“Shards”, 2008).
Con “Serza”, Vatagin offre un ulteriore profilo della sua sperimentazione, innestando sulla base di una strumentazione acustica imperniata intorno a violoncello, pianoforte e vibrafono, un universo di ritmiche cadenzate, samples sintetici e occasionali frammenti rumoristi.
La pluralità di matrici sonore, ulteriormente arricchita da un ampio novero di collaboratori – tra i quali Martin Siewert (Radian), Hideki Umezawa(Pawn) e James Yates (Epic 45) – si esplica invece in un risultato complessivo estremamente coeso, tanto che la mezz’ora del lavoro scorre fluida come una sequenza unica, pur caratterizzata in maniera ben definita nei suoi vari episodi. Così, i loop impervi di “Bows And Airplanes” scolorano nel passo jazzy di “Mantova”, mentre le saturazioni sintetiche di “Elbe” e “Different” trovano contraltare nella delicatezza pianistica di “La Douce”.
“Serza” disegna dunque un intrigante arco di coese soluzioni stilistiche, partendo da presupposti e ingredienti eterogenei, così offrendo un poliedrico spaccato della sensibilità di un artista decisamente fuori dagli schemi, a cavallo tra classicismo, avanguardia e manipolazione elettronica.