AOYOMA – Silent Singer
(Self Released, 2013)
Desta una piacevole sorpresa ritrovare ancora attivo il progetto AoyomA, attività collaterale del compositore francese Fabrice Mougin, specializzato nella realizzazione di colonne sonore per film e documentari televisivi di vario stampo. Ad eccezione di qualche brano sparso per la rete, se ne erano perse le tracce dai tempi del mini “Epilogue”, licenziato nel 2007 dalla netlabel Aerotone, prima testimonianza svincolata dalle immagini della coerente finalità di Mougin di raccontare storie, dipingere quadri e creare atmosfere nelle quali si muovono i passaggi di pellicole più o meno immaginarie.
È quel che avviene anche nei sei brevi brani strumentali di “Silent Singer” (diciotto minuti di durata complessiva), cortometraggi sonori nei quali Mougin espande a una più organica dimensione acustico-cameristica la propria tavolozza di pièce pianistiche dilatate e minimali. Non solo il lavoro fa leva su arpeggi acustici e onde agrodolci di archi per riempire di calore gli esili bozzetti iniziali (“Little Japan”, “Day After Day”), ma denota un’attenzione ritmica assai rara in opere affini, tanto che “I Have To Dream” e soprattutto “Alleluia” si innalzano in sensibili crescendo, marcati dalle cadenze da post-rock jazzato. La medesima estetica jazzy si ritrova nell’elegante incedere di “Seconde Ligne D’Eau”, che pure trae le mosse da sparse note pianistiche, lasciate quasi del tutto disadorne solo nei due minuti del conclusivo “Epilogue”.
Oltre alla confortante notizia che Mougin non ha abbandonato il progetto AoyomA, “Silent Singer” ne mette in mostra un profilo più articolato, orchestrato con meticolosa precisione in modo tale da descrivere un percorso d’ascolto, parallelo a quello di una narrazione che, in quest’occasione, può fare a meno delle immagini…semplicemente perché sono le stesse note a poterle creare.