THE NATIONAL JAZZ TRIO OF SCOTLAND – Standards Vol. II
(Karaoke Kalk, 2013)
Il pianista e compositore scozzese Bill Wells pare aver preso gusto all’esperimento di The National Jazz Trio Of Scotland (non un trio, né tanto meno jazz), visto che a pochi mesi di distanza dal “Christmas Album” dà immediata continuità al suo collettivo aperto per una serie di “Standards” che, in opposizione al titolo, comprende questa volta tutti brani originali, ad eccezione del traditional folk “Mary Of Argyle” e della cover di Moondog “My Tiny Butterfly”.
Tra i partecipanti al lavoro questa volta spiccano i nomi di Chris Geddes e Stevie Jackson dei Belle And Sebastian e Norman Blake dei Teenage Fanclub, che fornisce un giocoso contributo vocale alla deliziosa “Winter Breaks And Back To Spring”. Sarebbe tuttavia riduttivo ridurre l’esperienza del “trio” a una parata di ospiti estemporanei, poiché anche i nuovi tredici brevi brani di “Standards Vol. II” ruotano intorno agli intrecci o sovrapposizioni quasi “a cappella” delle voci di tre interpreti non professioniste (Lorna Gilfedder, Aby Vulliamy e Kate Sugden) e alle raffinate trame di Wells, ora in veste di discreto accompagnamento al pianoforte ora in quella di orchestratore di ambientazioni al tempo stesso semplici nelle loro strutture e sofisticate nella resa sonora.
I suoi arrangiamenti in punta di dita, che spaziano da una dosata lounge acustica a miniature da camera, rispecchiano la semplice naturalezza delle interpretazioni delle tre cantanti, che si avvicendano o sovrappongono in aggraziate danze circolari. Il tono dei brani resta così sempre molto lieve, spesso persino timido, come a disegnare con pochi tratti appena accennati acquerelli dalle tinte pastello che solo in pochi episodi assumono i contorni definiti di esplicite melodie (si vedano ad esempio “Hillwalk” e la suadente “This Is What You Could Have Won”).
Anzi, forse proprio perché svincolate dai canovacci tematici del precedente lavoro, le nuove canzoni appaiono un’ancor più preziosa e spontanea prova di un equilibrio tale da definire una propria formula espressiva, costituita da pièce pianistiche, vocalità dai contorni soul, raffinata vena pop e arrangiamenti di minimale impressionismo da camera. The National Jazz Trio Of Scotland diventa così non più un passatempo tra i mille diversi interessi musicali di Wells, ma un progetto dalle basi solide, che sorprende e colpisce per classe e undertatement.