TIGER DARE – Wires Over, Wired In
(Wonderland Archives, 2014)
Tre anni fa, un sotterraneo quartetto newyorkese aveva un Ep in download gratuito, piccolo gioiello di trasognata indolenza melodica. Il quartetto si chiamava Villa Venus e da allora la sua attività appare quanto meno quiescente, forse anche per la nuova avventura nel frattempo intrapresa da uno dei suoi membri, il chitarrista Mike Zorilla, adesso a tempo pieno insieme a Henry Freedland alla guida di una nuova band, Tiger Dare, che muove da coordinate affini al progetto precedente, portandole a modalità produttive più evolute e a un formazione dalla premesse tipicamente rock.
Eppure, a dispetto del quadrilatero di due chitarre, basso e batteria, nel loro debutto “Wires Over, Wired In” (un Ep di mezz’ora, quindi piuttosto un breve album) i Tiger Dare si mantengono su una linea di morbidi languori di un dream-pop lieve e narcolettico.
Nei sei brani non mancano infatti scorrevoli spunti pop, sviluppati con un piglio lieve e disincantato, attraversando registri che vanno dai classici richiami a Galaxie 500 alle uggiose atmosfere dei primi Clientele, fino alla formula aggiornata alla sensibilità americana dei Real Estate.
C’è qualcosa di piacevolmente intimo e familiare nelle canzoni dei Tiger Dare, espresso tanto nelle strutture più articolate e nei toni relativamente più alti dell’iniziale “Good Times” e “Morning After Morning” e negli esili riverberi di “Passerby”, quanto negli abbandoni a contemplazioni ad occhi aperti di “On Your Own” e “We Bike All Night”, cullati da interpretazioni dai toni soffici, sospese in una stagione di dolce malinconia.
music won't save you 