PLEASANCE HOUSE – Basic Terror
(Self Released, 2014)
In questi tempi nei quali non è facile né frequente che l’identità di un artista si mantenga circondata da un alone di mistero, stupisce quasi imbattersi in una produzione della quale si conosce soltanto la provenienza (Atlanta, Georgia) e la sua paternità da parte di un autodefinito “one-man project”. Già quest’ultima è un’ulteriore informazione saliente nel caso di Pleasance House, sia in quanto il volto dell’artista è oscurato nell’unica immagine che ne contrassegna il profilo su Bandcamp sia soprattutto perché la quella che canta nelle undici tracce contenute nel debutto “Basic Terror” fornisce una spiccata impressione di essere una voce femminile calda ed evocativa piuttosto che una maschile dai toni alti e ovattati.
Probabilmente l’effetto in qualche misura androgino della sua musica è ricercato da Mr. Pleasance House, al pari dell’aura di mistero, invero piuttosto inquietante, risultante dalla combinazione tra estetica e titolo del suo disco di debutto, rilasciato in download a offerta libera nella scorsa primavera.
Il contenuto di “Basic Terror” è appena più rassicurante degli aspetti iconografici del lavoro, che comunque si colloca con schiettezza nel solco di un folk acustico essenziale, al quale la stessa modalità di registrazione, il peculiare timbro vocale dell’artista e il suo modo di suonare la chitarra conferisce accenti arcani e moderatamente oscuri. C’è qualcosa di più denso di una penombra casalinga lungo le undici tracce del lavoro, un alone tenebroso con il quale le vellutate acutezze del timbro dell’artista statunitense si combinano in invocazioni visionarie, dai moderati accenti rituali, più che in semplici canzoni folk propriamente dette.
Non che queste ultime manchino in “Basic Terror” (“My Own Partition”, “Midnight Neighbors”), benché a plasmare del lavoro sia piuttosto il profilo più sperimentale di Pleasance House, quello volto alla definizione di una serie di ambientazioni sonore oblique. Si passa così dall’austera rifinitura di archi di “Paintings” alle strimpellate nervose di “I Feel Like Love”, dall’impianto ritmico di “Just Begin Again” alla torsione psych di “Forever”, mentre il fulcro espressivo dell’artista pare concentrarsi sul bilanciamento tra semplicità acustica e densità atmosferica, non a caso conseguito con varietà di gradazioni in alcuni dei brani più affascinanti del lavoro, “Can You See The Water Again”, “Good Abandonment” e “Just Begin Again”, che paiono virare verso un drone-folk visionario ma saldamente ancorato al tangibile fluire delle note di un picking caldo ed evocativo.
La vocazione sperimentale dell’artista è confermata e anzi anticipata dalla recente iniziativa di rendere disponibili – a nome Post-Pleasance House e sotto il titolo “Post-Basic Terror” – sette brani immersi in atmosfere dark-ambient ulteriormente inquietanti. Di certo Mr. Pleasance House è un personaggio eccentrico, distante dalla figura del cantautore classico e piuttosto incline a ricombinare gli elementi sonori che ne accompagnano il songwriting, che pure da “Basic Terror” traspare fluido, ispirato e con molte cose da raccontare, al di là di sovrastrutture e misteri più o meno ricercati.
Oh. A prima nota. Grazie!