GREYGHOST – Meditations On Mindfulness
(Constellation Tatsu, 2014)
Se il suo precedente “Memoirs Of Dementia” era una galleria oscura di sinistri impulsi in trasformazione, in “Meditations On Mindfulness” Brian J Griffith lascia riaffiorare i caratteri più propriamente ambientali della sua tavolozza elettronica.
Ciò corrisponde a una matrice concettuale esattamente opposta a quella del precedente lavoro sotto l’alias Greyghost: laddove allora era l’inquietudine dell’amnesia, adesso è la pienezza del ricordo, sviluppata in due composizioni di lunga durata e in due tracce più brevi, nelle quali continua comunque ad affacciarsi un immaginario ambientale cupo e percorso da frequenze irregolari (soprattutto in “March Towards Time”).
Il quarto d’ora di “Deep Water, Lemurian Tides” e gli oltre ventitré minuti di “Temple Of The Clouds” avviluppano rispettivamente in astrazioni liquide e in ipnotiche risonanze, che segnano il contenuto (relativamente) più armonico finora conseguito dalle esplorazioni hauntologiche dell’artista australiano.