CAUGHT IN THE WAKE FOREVER – The Places Where I Worship You
(Dronarivm, 2015)
La quiete della natura riesce a instillare serenità anche in un animo tormentato come quello di Fraser McGowan, che in “The Places Where I Worship You” mette in mostra il profilo più spiccatamente ambientale della personalità artistica.
L’artista scozzese accantona (si spera momentaneamente) le malinconiche narcolessie delle sue confessione in formato di canzone, da ultimo racchiuse nello splendido “My Family Goes On Without Me” (2014), per una completa immersione nell’ambiente naturale, in particolare quello dell’isola di Arran, sulla quale McGowan ha trascorso un breve soggiorno un paio d’anni fa.
Da quell’osmotica esperienza di isolamento hanno preso forma le sei tracce oggi raccolte in “The Places Where I Worship You”, elaborate appunto a partire da suoni raccolti sull’isola e costituiti non soltanto da field recordings ambientali ma anche da frammenti di vecchi vinili acquistati sul posto da McGowan. Soundscaping e contenuto in un certo senso “hauntologico” si fondono dunque nella testimonianza auditiva del luogo, in seguito combinata con piglio estremamente minimale con oscillazioni granulose e persistenze sintetiche.
La materia costitutiva delle nuove composizioni di McGowan non ne smentisce tuttavia affatto il carattere di fragile emozionalità, che continua a manifestarsi sotto forma di iterazioni liquide (“On Lochranza Shores”) e tiepide risonanze di note pianistiche notturne (“Our Own Loch View”). Tra loop crepitanti (“Wreaths”) e flussi ipnotici, che in particolare nel finale rimandano all’universo particellare e riflessivo di Pan•American (“Often Nowhere”), Fraser McGowan ha confezionato una delle sue opere più astratte ma al tempo stesso dotata dei caratteristici tratti emozionali, qui applicati a un contesto sperimentale risultante in quaranta minuti di incontaminate sensazioni ambientali.