SCOTT MATTHEW – This Here Defeat
(Glitterhouse, 2015)
Il classico “blocco dell’artista” ha colpito anche Scott Matthew dopo il periodo di estrema prolificità del primo arco della sua carriera e insieme ad esso la generale riconsiderazione di modalità espressive indissolubilmente legate a essenzialità acustica e dolente lirismo interpretativo.
Se si eccettua la raccolta di cover “Unlearned” (2013), il songwriter di origine australiana non pubblicava un disco originale da quattro anni, nel corso dei quali ha messo in discussione la stessa prosecuzione della propria attività.
Eppure, più forte è stato il richiamo delle canzoni, filtrato dalla consapevolezza di quanto per lui fossero importanti. Allora si è rinchiuso nella sua abitazione newyorkese insieme all’amico chitarrista e produttore tedesco Jürgen Stark, ed ecco le dieci canzoni di “This Here Defeat”, sentite e mature come non mai.
Matthew smussa i toni più enfatici delle sue interpretazioni, governandone l’endemica malinconia anche grazie all’impiego di cori e controcanti e a lievi arrangiamenti di pianoforte e violoncello. Nella rinnovata tavolozza dell’artista compaiono la dimensione orchestrale di “Skyline”, i timbri soul di “Bittersweet” e persino l’inedito intreccio di ritmiche e chitarra elettrica della scorrevole title track.
La commovente elegia in memoria del nonno “Ode” e la poetica introspezione di “Ruined” Heart suggellano la ritrovata vena di un songwriter di razza, tutto classe e sentimento.
(pubblicato su Rockerilla n. 415, marzo 2015)