POLAROID NOTES – Sea Shores
(Tesselate, 2015)
Polaroid Notes, ovvero quando i retaggi elettronici dei pionieri teutonici e quelli dei moderni linguaggi techno-dub si ritraggono sullo sfondo, lasciando campo libero all’essenzialità di una compunta ambience pianistica. Si tratta di un progetto nato a margine dell’esperienza di Kraut Sounds, che nei dodici concisi bozzetti di “Sea Shores” trova unitarietà tematico-narrativa su una serie di sensazioni marine, rese attraverso oscillazioni ambientali e dolci beccheggi armonici affidati dalle note del pianoforte.
Non si tratta, tuttavia, di una delle tante sommatorie tra tali due elementi, quanto piuttosto di una loro organica combinazione, non limitata all’accostamento tra due diversi tipi di minimalismo ma animata dall’obiettivo di alimentarne l’efficacia suggestiva attraverso la sostanziale immersione di melodie strutturate in una coltre di persistenze liquide e drone finissimi, i cui movimenti esili e graduali suggeriscono appunto quelli delle onde.
Tale impressione è particolarmente evidente nella prima parte del lavoro, mentre dalla metà in poi il pianoforte assurge con maggior decisione a un ruolo di protagonista, pur attestandosi sempre a misurata guida di placide pièce cinematiche, alle quali abbandonarsi come a dolci flutti, di freschezza rigenerante.