ZACH ZELLER – Zach Zeller & The Crooked Timbers
(Around Town Collective, 2015)
Zach Zeller è uno di quegli artisti che fanno musica per passione e affinano lungamente la propria scrittura prima di condividerne pubblicamente i frutti. Originario della Northern California ma artisticamente radicato in California, nel corso degli anni ha attraversato diverse esperienze e collaborazioni prima di pervenire al primo lavoro a proprio nome, alla guida del quintetto The Crooked Timbers.
Zeller è dunque già un veterano, un musicista navigato, che si colloca a pieno titolo nella tradizione del folk-rock della costa occidentale statunitense, nell’occasione incentrato parimenti su un lirismo dai contorni introspettivi e su una vibrante carica emotiva. Mentre quest’ultima è tradotta in vivaci accenti ritmici e su un impianto elettrico serrato e a tratti abrasivo, il primo si manifesta in una poetica lievemente oscura e in ambientazioni languide, delineate da organi e tastiere.
A giudicare dagli otto brevi brani dell’album si direbbe che il denso timbro vocale di Zeller renda al meglio negli scorci di sfumato intimismo, nei quali si atteggia a credibile cantore di un classico folk elettrico percorso da latente malinconia nel solco di My Morning Jacket o Centro-Matic (“The Letter”, “Limbs In A Fight”, “Woman With The Shovel”), che non quando si lascia andare a qualche eccesso di enfasi rock’n’roll, anche nelle interpretazioni (“One Night”, “Oh My Son”).
Tutte le canzoni del lavoro si lasciano comunque ascoltare facilmente, grazie alle loro melodie scorrevoli e “radiofoniche”, che forse aggiungono poco all’immaginario di highway desertiche e assolate distese oceaniche, ma quanto meno hanno il merito di portare alla luce la maturità di un onesto artigiano della canzone americana.