ZELIENOPLE – Show Us The Fire
(Immune, 2015)
La parallela, copiosa attività solista del cantante e chitarrista Matt Christensen e l’ulteriore avvio da parte sua di nuovi progetti artistici non hanno interrotto e nemmeno rallentato in maniera significativa il percorso degli Zelienople, che tornano a manifestarsi con un lavoro sulla lunga distanza nuovamente dopo un triennio, come già era avvenuto nel caso del precedente “The World Is A House On Fire”.
Parzialmente opposta è, invece, la direzione nella quale il terzetto di Chicago orienta le sette tracce di “Show Us The Fire”, che, a fronte del processo congiunto di rarefazione e definizione melodica seguito negli ultimi lavori, presentano invece spigoli di tensione a stento repressa e linee elettriche a tratti ruvidamente esplicite.
Non viene meno il cantato dolente e atmosferico di Christensen, avviluppato in risonanze visionarie nella title track d’apertura, ma più spesso piano, associato allo scarnificato blues al rallentatore di “Doubt The Reasons”, o addirittura dai toni declamatori più elevati, per tener testa idealmente alla sporca psichedelia delle chitarre roboanti di “Don’t Stop Until You Die” e “Sun In The Eyes”.
L’essenza ipnotica della musica degli Zelienople e le avvampanti narcolessie delle strutture dei loro brani, ancora una volta frutto della combinazione di composizione e improvvisazione, non manca di affiorare nel corso di “Show Us The Fire”, impregnandone anzi gli episodi di più piana e rarefatta suggestione, quali “Blue Sands” e la conclusiva “Uptown” e lo stesso lento profluvio di riverberi e pulsazioni analogiche che ammanta “Tape” di indolenti sensazioni kraut.
Negli appena trentasette minuti del lavoro, la band statunitense condensa così la sua composita sintesi di linguaggi sonori e modalità realizzative, sotto la fioca luce rispecchiata da una superficie sfaccettata, in grado di restituire le immagini allucinate di una seducente psichedelia al rallentatore.
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