SHAPE WORSHIP – A City Remembrancer
(Front & Follow, 2015)
Un concept dedicato alla storia urbanistica londinese dalla seconda guerra mondiale segna il debutto sulla lunga distanza di Shape Worship, progetto di Ed Gillett attivo già da qualche anno e segnalatosi in un paio di singoli ed Ep per la sua capacità di combinare stratificazioni ambientali e pronunciate ritmiche elettroniche.
In “A City Remembrancer” Gillett sviluppa il tema concettuale sotteso ai suoi dodici brani, da un lato sottolineando il dato dell’impatto della trasformazione degli spazi metropolitani sulla vita delle persone, dall’altro amplificando un registro sonoro che, accanto a pulsazioni sintetiche allucinate e talora ipnotiche, colloca field recordings e frammenti di armonie acustiche. L’equilibrio tra le varie componenti del lavoro produce una sorta di “hauntologia topografica”, che perpetua l’essenza dei luoghi anche dopo la loro trasformazione, racchiudendola in scorci sonori di una memoria condivisa popolata da spettri e soverchiante il proprio stesso contenuto umano.
È appunto tale sensazione di deantropizzazione (o quanto meno di urbanizzazione che prescinde dal contenuto umano) che promana dalle tracce di “A City Remembrancer”, colonna sonora surreale di una post-modernità che trascende gli abituali confini dell’hauntologia ambientale.
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