LUCY CLAIRE – Collaborations No. 2
(This Is It Forever, 2016)
Quando la pienezza del pianoforte non solo si apre al dialogo con altri strumenti ma anche funge da base per canzoni compiute, il minimalismo neoclassico si eleva a linguaggio totalizzante, rivelando tutta la propria duttilità espressiva.
Lo sa bene Lucy Claire, pianista inglese che per la seconda volta – sulle sue tre pubblicazioni ufficiali – ha ricavato dall’interazione con altri artisti un’articolata rassegna di variazioni sull’ormai paradigmatico minimalismo pianistico. Merito senz’altro della fragile interpretazione vocale della giapponese Yuri Kono su “Kawaita Suki /The Barren Moon” o di quella di toccante evocatività di Alev Lenz su “Her Bir Çocuk Every Single Child”, così come degli struggenti arrangiamenti d’archi della violinista Marie Schreer, in solitaria interazione con il pianoforte in “Voices Of The Sea”, ma soprattutto della lucida apertura stilistica di Lucy Claire.
Prova ulteriore ne sono infatti i remix dei tre brani, firmati tra gli altri da Will Samson e dai worriedaboutsatan, che sospingono in direzioni ulteriormente diverse gli originali, aggiungendovi pulsazioni elettroniche o sinuose texture ambientali, dando esiti distanti dalle premesse, ma niente affatto contraddittori con l’idea di ricavare dal pianoforte orizzonti sonori sconfinati.