KEDA – Hwal
(Parenthèses, 2016)
Le esplorazioni “concrete” di Mathias Delplanque trovano in “Hwal” orizzonti estremamente ampi, del tutto coerenti con l’incessante ricerca dell’artista francese, che trascende ortodossie espressive e confini sia geografici che culturali. Basti pensare che nel duo Keda è affiancato dal coreano E’Joung-Ju, virtuoso del geomungo, strumento tradizionale a corda simile allo zither.
Nelle sette intricate tracce frutto dell’ardita collaborazione si intersecano senza soluzione di continuità tecniche esecutive proprie della tradizione orientale, ma anche di quella africana, in una sorta di sincretismo che rimanda alle radici biografiche di Delplanque. Analogamente, stille armoniche e dissonanze, ipnotiche cadenze dub e meditativi passaggi ambientali compongono le tessere di un puzzle sonoro la cui progressiva composizione riserva sorprese a non finire.
Le due versioni di “La Lune de Corée”, una di solo geomungo e una interpolata con fremiti elettronici, esemplificano finalità e contenuto dell’operazione sottesa a “Hwal”, risultante da un’ibridazione tra tradizione acustica e post-modernità sperimentale.