BLACK OAK – Equinox
(Bellwether, 2016)
Quello che due anni fa sembrava un incontro estemporaneo in studio si è invece trasformato in comune progetto organico; così, Thijs Kuijken (I Am Oak) e Geert van der Velde (The Black Atlantic) hanno elevato la sintesi delle loro rispettive esperienze artistiche da semplice titolo di un Ep condiviso a denominazione identificativa di una nuova band, che li vede affiancati da altri tre musicisti e supportati dalla produzione di Matthijs Herder.
Black Oak è dunque cosa ben diversa da “Black Oak”, nonostante i tratti delicati del songwriting dei due artisti olandesi si ritrovi pienamente nelle undici canzoni di “Equinox”, frutto stavolta di un lavoro gomito a gomito, il cui esito è arricchito di una varietà di sfumature e soluzioni d’arrangiamento. Nonostante infatti, soprattutto nella prima parte, il lavoro sia improntato a delicate tinte pastello (più vicine alla originaria produzione di I Am Oak), il supporto della band non manca di innervare le canzoni del duo di più marcati accenti bucolici (“Because It’s There”) e di una vivida impronta di folk elettrico (“Gallop”, “Melee”).
A colpire maggiormente, per immediatezza armonica e coesione realizzativa, sono tuttavia proprio ballate chiaroscurali come “Whirl” e “The Grain” a suggellare il senso di una collaborazione pienamente riuscita, dal sapore antico ma dotata di tutta la freschezza di un’ispirazione condivisa.