DARIO FERRANTE – Uno
(DF Records, 2016)
Un breve percorso dal classicismo all’elettronica, dalla singolarità alla pluralità espressiva: è quello di Dario Ferrante, artista toscano che in un lavoro non a caso intitolato “Uno” condensa in poco meno di venti minuti il proprio approccio “concreto” alle intersezioni delle sue armonie pianistiche con elementi “sperimentali”.
Non soli battiti o texture elettroniche popolano i sei frammenti dei quali si compone “Uno”, ma anche una serie di rumori d’ambiente, prodotti da strumenti d’uso quotidiano oltre che da software digitali; in tale microcosmo sonoro si sviluppa la declinazione neoclassica di Ferrante, non circoscritta al solo minimalismo ma anzi via via arricchita di nuovi elementi e nuove sfumature nel corso del lavoro.
Se infatti l’iniziale “Spleen” vive quasi esclusivamente su fluide armonie pianistiche e la romantica “Lontano” è avvolta dall’abbraccio cameristico del violino, le dissolvenze ambientali di “Elle” e i minuti fremiti della title track costruiscono via via quinte sonore immaginifiche, che trovano esito nell’orchestralità post-moderna definita dagli strati sintetici della conclusiva “Youth”.
Una declinazione niente affatto scontata delle intersezioni tra pianoforte ed elettronica.