ZENJUNGLE – We Are Not Here
(Midira, 2016)
In “We Are Not Here”, Phil Gardelis segna una nuova tappa nel processo di progressiva sublimazione delle correnti magmatiche che caratterizzavano alcune delle sue prime uscite sotto l’alias Zenjungle. Poco più di un anno dopo la cassetta “Flow” e peraltro sulla stessa etichetta, l’artista greco propone una ricca sequenza di sei brani che traggono ancora le mosse da granulosi echi distorsivi (“Yellow Mountain”), via via sfumati in risonanze elettro-acustiche sempre più evanescenti (“Elegy For The Will”, “Tomorrow”).
Pur senza rinunciare al dolente calore jazzy del suo sax tenore (che riaffiora nella conclusiva “Gloaming Circles”) e a texture ancora moderatamente irregolari, Gardelis pennella tremule modulazioni ambientali (nella sinfonia post-atomica “Invisible Cities”) e persino vaporose aperture orchestrali, amplificate dagli archi di Thom Brookes (“Mediterraneo”).
In piena coerenza con il proprio titolo, il lavoro assume così le sembianze di un viaggio verso luoghi reali e immaginari, descritto attraverso il suono da Gardelis non nelle sue sole componenti esteriori ma soprattutto in quelle, non sempre agevoli, dei moti fisici ed emozionali.