DIRK SERRIES – Microphonics XXVI-XXX: Resolution Heart
(Tonefloat, 2016)
Tra mille impegni collaborativi (ultimi quelli che lo hanno visto affiancare i giapponesi Chihei Hatakeyama e Hakobune) e nuove derive di sperimentazione sonora in chiave free-jazz, Dirk Serries ha trovato il tempo per compilare il capitolo finale del suo progetto più personale, quello identificato dalla denominazione “Microphonics”, che ne ha accompagnato l’attività a proprio nome fin dal 2008.
Quale elegia finale di un percorso artistico ricchissimo, “Microphonics XXVI-XXX: Resolution Heart” racchiude gran parte dell’essenza dell’esperienza recente di Serries, condensandola in quattro lunghi movimenti costituiti da drone liquidi di densità e consistenza mutevoli. Analogamente, sono soggette a lenta trasformazione le sensazioni evocate fin dai titoli dei brani e rispecchiate appieno dal loro contenuto: vi è, infatti, tutta l’estetica dell’artista belga nei richiami all’isolamento e al silenzio operati dalle prime due tracce, così come le suggestioni aeree e le struggenti componenti emozionali suggerite dalle altre due.
Tutto ciò è comunque riassunto da un’uniformità di correnti atmosferiche, che muovono da un isolazionismo straordinariamente luminoso, si diluiscono in vapori sempre più inafferrabili, digradando infine in echi nebbiosi, che sublimano la materia sonora di Serries in un’elevazione ipnotica e avvolgente. In tal senso, il lavoro segue un iter inverso rispetto a quello di un crescendo elegiaco, risultando invece da una progressiva diminuzione di frequenze, in piena coerenza con l’approccio minimale di Serries, forse mai come questa volta carico di contenuti immaginifici ed emotivi, solo in apparenza ossimorici rispetto ai cardini dell’arte ambient-drone e invece del tutto coerente con la dichiarata conclusione di una parentesi artistica duratura e significativa come poche.