NO MASK EFFECT – Nothing Out There
(Psychonavigation, 2016)
Ci ha preso gusto Keith Downey: dopo aver atteso vent’anni per provare a creare musica ambient simile a quella che ha sempre apprezzato da appassionato e realizzato attraverso la sua etichetta Psychonavigation, l’artista irlandese giunge con “Nothing Out There” al suo terzo album del 2016 sotto l’alias No Mask Effect.
Downey deve avere molte idee arretrate, e probabilmente anche molto materiale da parte, visto che nelle sei tracce dell’album racchiude un’ora circa di nuove immersioni in uno spazio ambientale profondo. Dei sui tre lavori “Nothing Out There” è quello più ipnotico e visionario, costituito com’è da un ventaglio di dilatate modulazioni sintetiche, costellate di voci incorporee e distanti frequenze cosmiche.
Più che materia per i viaggi interstellari dal vago sapore new-age suggeriti dalla sua copertina, “Nothing Out There” è carburante per immersioni in una espansa dimensione percettiva, ricca e genuinamente ambientale.