PASSENGER SIDE – It Means A Lot
(Cabezon, 2016)
Una produzione piccola ma curata, come d’abitudine, e un approccio volutamente “laterale”, così come da denominazione prescelta, contrassegnano la nuova avventura artistica di Mario Vallenari, indefesso alfiere di un’indipendenza creativa ben aliena dalle scene italiche, veicolata dapprima attraverso Dead Man Watching e adesso nella dimensione da band di Passenger Side.
Accanto a Vallenari si trovano altri quattro musicisti della zona veronese, tra i quali Lorenzo Masotto, che in un’intensa session di registrazione hanno dato colore e calore alle sue canzoni. Le otto raccolte in “It Means A Lot” sono ancora una volta intrise di uno spiccato lirismo, che corre agile sul filo della sottile tensione di interpretazioni al tempo stesso misurate eppure dotate di una carica emotiva pulsante, adesso adeguatamente incorniciata da un contesto strumentale che spazia dal classico folk elettrico a sensazioni di rock alternativo da college radio nineties.
In questo senso, “It Means A Lot” è un disco adulto tanto nei riferimenti sonori quanto nella spontaneità espressiva, rispondente a nessun altro canone che alla sensibilità di scrittura e arrangiamento posta in campo dalla band, capace nel breve lasso di meno di mezz’ora di spaziare da un robusto immaginario da highway desertica al soffuso intimismo pianistico della title track conclusiva, passando in un baleno attraverso una poetica folk-rock autentica e gradevolmente scorrevole.