JAMES MALONEY – Gaslight
(Moderna, 2017)
A ennesima riprova di come formazione classica “accademica” e minimalismo compositivo non producano soltanto essenziali saggi di piano solo, può riportarsi il lavoro di debutto di James Maloney, artista inglese i cui trascorsi oxfordiani trovano in “Gaslight” manifestazione tanto rigorosa quanto attestante potenzialità di travalicare interpretazioni standardizzate del suo strumento.
Benché il pianoforte occupi sempre il centro dei dieci concisi brani che formano il lavoro, Maloney non solo ne riempie gli interstizi tra le note di inserti elettronici e degli ulteriori contributi strumentali di vibrafono, tromba e glockenspiel, ma così facendo ne espande le timbriche e la dimensione spaziale nella quale risuonano.
Le prime tendono ad assumere ovattate sfumature jazzy, mentre la combinazione di rade cadenze e placide progressioni dischiudono alle note pianistiche ariosi orizzonti di vivida suggestione cinematica, conferendo al lavoro le sembianze di una vivida interpretazione di un neoclassicismo tutt’altro che chiuso nelle stanze accademiche, bensì aperto a una varietà di interrelazioni stilistiche.