
ANTHÉNE – Shifting Lands
(Polar Seas, 2017)
Pressoché in contemporanea con “Orchid”, la sua opera più lieve ed emozionale, Brad Deschamps licenzia la cassetta “Shifting Lands”, che in coerenza con il suo titolo riassume idealmente i mutevoli paesaggi sonori finora creati dall’artista canadese sotto l’alias Anthéne.
Pur permanendo marcata l’impronta delle soffici risonanze chitarristiche e degli incorporei strati sintetici del suo lavoro più recente (“An Invitation”, “Suburban Dream”, “Pacific”), in “Shifting Lands” trovano piena cittadinanza le surreali pulsazioni della title track d’apertura e le tenebrose immersioni in profondità ambientali di “Displacement”. Se si eccettuano tali passaggi, comunque, anche in quest’occasione Deschamps conferma di voler perseguire l’idea di un’ambience in prevalenza evanescente, espressa alla perfezione negli abbandoni contemplativi di “Suburban Dream” e di “From Here To Nowhere”, ulteriori (di)vagazioni attraverso sconfinati orizzonti mentali.