TENDER MERCY – Leave Little Room
(Obsolete Media Objects, 2018)
Anche a distanza di oltre vent’anni dalla splendida stagione che l’ha vista epicentro di una peculiare declinazione post-rock, Louisville, Kentucky, non cessa di essere crogiolo di proposte musicali autenticamente outsider, per stile e, soprattutto, per tempi rallentati. Lì si è stabilito Mark Kramer, dopo anni trascorsi a suonare in band post-punk del Midwest, evidentemente alla ricerca di un angolo di quiete nel quale sviluppare il songwriting intimo e compassato proposto sotto l’alias Tender Mercy in quattro Ep negli ultimi sette anni e adesso per la prima volta in un album vero e proprio.
“Leave Little Room” contiene dieci narcolettiche canzoni in penombra, scandite dall’evocativo lirismo delle interpretazioni di Kramer, sofficemente adagiato su prolungate risonanze di note, che creano un’ambience di soffuso intimismo. Ancorché improntati ad atmosfere umbratili e a un tono confessionale, i brani di Kramer si mantengono ben distanti dai registri di uno spleen autoreferenziale “da cameretta” ma, proprio come il titolo del lavoro, fuoriescono dall’ambiente nel quale sono stati creati per ricercare un’empatia emotiva attraverso le loro impalpabili armonie al rallentatore.
È slow-core moderatamente oscuro e prossimo a un grado zero di scrittura e interpretazione quello dell’artista che a Louisville ha evidentemente trovato il contesto ideale per dispiegare il proprio songwriting riflessivo, che non potrà riscaldare cuori abituati a essere accarezzati da lentezza e poesia.