LINDSAY CLARK – Crystalline
(Oscarson, 2018)
L’ormai consolidato legame tra l’etichetta tedesca Oscarson e la “capitale folk” statunitense Portland non cessa di produrre ottimi frutti. È ancora dalla città dell’Oregon che proviene infatti Lindsay Clark, artista originaria di Nevada City (come Alela Diane e Johanna Newsom…) e già autrice di tre album, a partire da “Thistle The Maker” (2009). Il suo quarto lavoro giunge dopo una parentesi di quattro anni dal predecessore e mai titolo poteva essere più adatto di “Crystalline” a identificarne il contenuto, appunto limpido e delicato come il cristallo.
Nei suoi nove brani, il picking compassato e le interpretazioni setose di Lindsay Clarke trovano la soffusa cornice di un piccolo ensemble da camera, nel quale compaiono fiati e archi, oltre al mandolino di Birger Olsen e al pianoforte di Jeremy Harris, che ha altresì prodotto il lavoro. Su “Crystalline” c’è anche il tocco di Adam Selzer, in sede di missaggio, a rendere ancora più raccolti e sfumati i contorni di canzoni dolcemente vibranti, che affondano le radici in un folk antico, unendo richiami alla tradizione appalachiana al fioco calore del fingerpicking e a una pronunciata sensibilità di scrittura.
Il naturale senso dell’armonia di Lindsay Clark si manifesta così in una sequenza di ariosi acquerelli acustici dalle tinte pastello, i cui caratteri minimali fioriscono in gioielli di grazia umbratile, che danno prova di una personalità artistica di delicata complessità, nell’infinita rigenerazione dei linguaggi del folk.