DEAF CENTER – Low Distance
(Sonic Pieces, 2019)
Ad intervalli irregolari, ma sempre estremamente dilatati nel tempo, Otto A. Totland ed Erik K. Skodvin si ritrovano per fare un ideale il punto dei rispettivi percorsi creativi, da loro separatamente condotti ma al tempo stesso originati e sintetizzati sotto la denominazione Deaf Center. Se si eccettua la più recente raccolta di session “Recount” (2014), “Low Distance” è il loro terzo disco in quasi quindici anni e, come tale, il suo contenuto risente delle esperienze condotte singolarmente dai componenti del duo norvegese, oltre che del mutamento del contesto artistico nel quale le loro opere vanno a collocarsi.
Ormai consolidatasi la temperie neoclassico-atmosferica condensata nel sublime “Pale Ravine” (2005), nelle nove composizioni che formano “Low Distance” Totland e Skodvin lavorano ulteriormente per sottrazione nell’intersecare pièce cameristiche e ambientazioni dalle pronunciate suggestioni cinematiche. Quasi completamente depurati da contenuti saturi o distorti, le minute componenti del lavoro rivelano la propria purezza acustica, amplificata da risonanze tenebrose ma soprattutto da oblique partiture d’archi.
L’ambience che ne risulta possiede tuttavia un romanticismo tutto peculiare, inquieto e tenebroso come da marchio di fabbrica del duo, eppure a suo modo emanato dalle note lentamente stillate dal pianoforte, dalle prolungate vibrazioni delle corde e da occasionali cadenze dissonanti. Il denso microcosmo sonoro firmato Deaf Center è nuovamente intriso di fascino tenebroso e bellezza straniante, dalla quale lasciarsi ancora una volta ammaliare.