ALLISON LORENZEN
Tender
(Whited Sepulchre, 2021)*
L’anno iniziato con la pubblicazione del primo singolo “Vale” si conclude per Allison Lorenzen con quella del suo album di debutto “Tender”: quel brano, che vedeva la partecipazione attiva di Madeline Johnston (Midwife), stabiliva già significative connessioni con la poliedrica artista del Colorado, non soltanto per la comune provenienza geografica, ma anche per etichetta e formato espressivo, incentrato su interpretazioni sognanti, sostenute da evanescenti riverberi chitarristici.
Benché le affinità siano innegabili, “Tender” si rivela materia ben più complessa e, per certi versi, più raffinata, in quanto su una ricorrente base di suoni soffici e dai contorni indefiniti, Allison Lorenzen dispiega da un lato una sensibilità compositiva “atmosferica” e dall’altro una scrittura sorprendentemente compiuta, che le sue qualità interpretative orientano verso una suadente dimensione dream-pop.
Le stesse onde di feedback, che scandiscono il sinuoso fluire di tutti i brani, si fanno a tratti cullanti e impalpabili mentre, di contro, le melodie prendono forma più definita, rivelando una pregevole sensibilità armonica che tuttavia non ne smorza la tensione latente che li ammanta di seducente fragilità.
L’incedere degli otto brani è dolcemente ipnotico, privo di spigoli apparenti eppure dotato di un’intensità gentile, che sublima riverberi liquidi e ritmiche sfumate in una coralità “orchestrale”, coronata da un magnetismo vocale che non può passare inosservato. “Tender” segna così un passaggio significativo nell’evoluzione di un drone-pop dalla bassa fedeltà a un dream-pop incantato e carezzevole, che ammalia con fascino misterioso.
*disco della settimana dal 22 al 28 novembre 2021