slow_dancing_society_the_cogent_seaSLOW DANCING SOCIETY – The Cogent Sea
(Hidden Shoal, 2014)

Alla sesta tappa del suo consolidato percorso sull’esile crinale tra ambient e post-rock, Drew Sullivan volta pagina rispetto alle modulate sinfonie del precedente “Lanterna Magica” per innestare su tonalità evanescenti una tavolozza di suoni caldi e pulsanti. Le dodici tracce di “The Cogent Sea” sono infatti animate da un misto di suggestioni atmosferiche e ipnotiche cadenze metropolitane, generate da frequenze elettriche in continua trasformazione.

La tavolozza di Slow Dancing Society si espande così ad accogliere loop stratificati costellati da esili detriti, tra i quali si affacciano texture giocose (“Coming Back”) e ritmiche in odor di dub (“Reach Out” e soprattutto “Rhythm Of Love”). Non mancano, poi, languori chitarristici spogli come non mai, sotto le ambivalenti sembianze della dolente slide di “By Morning This Will All Seem Like A Dream” e dei sognanti riverberi della conclusiva “Suspension”, personale declinazione dell’artista newyorkese di uno shoegaze rallentato e filtrato da una filigrana diafana.

Sicuramente più suggestivo in questo formato più soffice e risuonante (si veda anche la cinematica “Coming Back”), il lavoro denota comunque un significativo tentativo di evoluzione di un progetto artistico da sempre animato dalla volontà di non restare confinato entro rigidi schemi espressivi.

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