plantman_whispering_treesPLANTMAN – Whispering Trees
(Arlen, 2013)

Dopo aver fatto innamorare gli inguaribili appassionati delle delicate pennellate pop col prezioso debutto in trentacinque copie “Closer To The Snow” (2010), il duo formato da Matt Randall e Adam Radmall vede la propria opera seconda gratificata da una pubblicazione su più vasta scala, adesso supportata anche da una distribuzione internazionale dopo l’iniziale uscita inglese nel corso del 2012.

“Whispering Trees” è un coeso racconto dalla durata di tre quarti d’ora, strutturato in quindici cartoline di fragile grazia melodica, meno immediate rispetto a quelle dell’esordio eppure sicuramente in grado di scaldare parimenti il cuore degli inguaribili estimatori del pop d’autore, ma non solo
Più che sull’impatto di singole canzoni – che pure non mancano – si direbbe che il duo inglese abbia inteso puntare sull’insieme, che esplora con rinnovata leggerezza riflessi di vaporosa nostalgia e più corposi jingle-jangle al rallentatore. “Whispering Trees” merita infatti di essere assaporato lentamente, permettendo al disincanto delle sue melodie di avvolgere in atmosfere uggiose, lievi e delicate come gli autunnali colori pastello della copertina.

Sarà allora sufficiente oltrepassare la superficie e immergersi nell’unitario flusso narrativo sotteso al lavoro per farsi avvincere dalle note morbide e dal cantato trasognato, e lasciarsi trasportare, per i suoi tre quarti d’ora di durata, in una carezzevole temperie emotiva, pennellata dalla sensibilità di un duo ancora una volta capace di rispolverare in maniera personale e credibile la tradizione pop della Sarah Records e la malinconia rurale degli Hood.

Che si tratti dei languori dell’iniziale “Away With The Sun” e di “Stickman”, del più rapido passo elettrico di “May (Safe Hearts)” e “Crackless” o dei sognanti riverberi di “Lunaria”, in tutti i brani di “Whispering Trees” si possono riscontrare elementi tali da far pensare a ognuno di essi come a un trattato in miniatura sulla scrittura della canzone perfetta. E questo è già più che sufficiente a testimoniare la rara classe pop dei Plantman.

(testo ampliato della recensione pubblicata su Rockerilla n. 385, settembre 2012)


http://www.facebook.com/pages/Plantman/

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. bruno ha detto:

    raffaello,

    ho visto i ringraziamenti direttamente a tuo nome sul nuovo plantman! poi ho letto la recensione del medesimo su ondarock:8,5!!! esagerati…forse nn avevano ascoltato closer to the snow… tu ke ne dici?

    ciau bruno

    1. rraff ha detto:

      Ciao Bruno, trovare il mio nome sul disco è stato un onore e un’assoluta sorpresa, che mi è stata spiegata con la motivazione fornita a Matt e Adam dalla mia prima recensione.
      Come scritto, anche “Whispering Trees” mi è piaciuto molto però, a distanza di oltre due anni, su “Closer To The Snow” posso dire di aver lasciato davvero un pezzo di cuore…
      Quanto ai voti, ritengo che lascino il tempo che trovano, tanto che quella di non metterne è un mia scelta ben precisa; certo, sorprende leggere una valutazione così eclatante, che comunque potrà almeno contribuire a diffondere ulteriormente la loro musica. Solo che poi leggere la sintassi claudicante della recensione e veder definiti in home page i Plantman “duo alt-pop americano” (!?) indurrebbe più di qualche considerazione sull’autore del pezzo e sulla testata.

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