STEPHAN MATHIEU – Un Coeur Simple
(Baskaru, 2013)
Reduce da un paio di intriganti collaborazioni (le peculiari riletture di Callahan insieme a Sylvain Chauveau in “Palimpsest” e i rimaneggiamenti di “Blemish” di David Sylvian nel recente “Wandermüde”), il sound artist tedesco Stephan Mathieu si dedica a una nuova opera originale, facendo leva su un’ispirazione letteraria.
“Un Coeur Simple” raccoglie infatti una serie di composizioni incentrate su una rilettura dell’omonimo racconto di Flaubert, delle cui storie d’amore e oscurantismo religioso, Mathieu coglie in musica gli elementi più coinvolgenti attraverso una galleria di immagini diafane, avviluppate in loop ambientali mai così morbidi, eppure percorse da un universo irregolare di fruscii, crepiti, dense saturazioni e saltuari riverberi luminosi.
Mentre le placide volute dell’iniziale “Maison” introducono ad atmosfere tutto sommato accoglienti, nel corso del lavoro non mancano immersioni in dense ombre dense e profonde (in particolare in “Devenir Sound” e lungo il quarto d’ora della conclusiva “Trace”) né vaporosi affreschi di un’ambient music ariosa e colorata di sfumature vivaci (“Port”).
Quando poi Mathieu sublima il suono nelle sinuose evanescenze di “Mémoire” e “Félicité” consegue una levità espressiva intrisa di profonde suggestioni emozionali, che fanno di “Un Coeur Simple” una delle sue opere al tempo stesso più compiute ed accessibili.