entertainment_for_the_braindead_postcardsENTERTAINMENT FOR THE BRAINDEAD – Postcards (#1-4)
(Self Released, 2012)

Un’orchestra in bassa fedeltà composta solamente da una donna: così la berlinese Julia Kotowski definisce il suo progetto Entertainment For The Braindead, che da qualche anno coniuga la filosofia dell’autoproduzione di limitati formati fisici con quella della libera distribuzione in rete della musica da lei creata in una raccolta dimensione casalinga.
Dopo essersi rivelata con un paio di saggi di fragili melodie e altrettanto minute trame acustiche associate a elettronica “da cameretta” (“Hypersomnia” nel 2007 e il delizioso “Hydrophobia” l’anno seguente), le sue tracce si erano sostanzialmente smarrite tra sperimentazioni accentuate e impegni in espressioni artistiche affidate a oggettistica e strumenti visuali.

A fine 2012, Julia ha invece ripreso le fila delle sue creazioni musicali, traendo spunto dalle sue numerose esperienze di viaggio. È così nata l’idea di raccogliere in una serie di “cartoline” i frammenti sonori e le canzoni scritte nel corso dei due anni precedenti. Le prime quattro sono state pubblicate in formato digitale, tra settembre e dicembre 2012, dall’artista tedesca che, con una varietà di registri e di mood testimoniata da sottotitoli che vanno da “Songs For The Apocalyspe” a “Songs For A Soft Heart”, vi ha racchiuso ampie panoramiche di un cantautorato introspettivo e trasognato, incorniciato in un universo di stille acustiche minimali.

Ambientate sull’isola di Hiddensee, a Istanbul, a Colonia e in California, le “cartoline” recano sì tracce dei luoghi che le hanno ispirate, ma soprattutto ritraggono l’artista tedesca impegnata a delineare armonie primaverili, dolci e oblique, timidamente scarne o ritorte in arabeschi corali sovrapposti.
La maggior concisione dei due primi Ep-cartolina corrisponde a una più spiccata propensione della Kotowski a delicate strutture di canzone, in particolare l’ultimo trae ispirazione dai grandi spazi desertici californiani per abbandonarsi a intricati orditi folktronici e a un minimalismo nel quale la vocalità dell’artista assume piuttosto caratteri di evocazione o, comunque, di completamento di paesaggi sonori articolati su semplici iterazioni di note acustiche e particelle ritmiche generate da vibrafoni o esili battiti analogici. Quando però sono armonie incantate a prendere il sopravvento, la grazia del songwriting in penombra di Julia Kotowski assume contorni di fascino sognante, che fanno rifulgere la spontaneità espressiva (“The Dream”, “Burn”, “Way Out”, tra le tante).

Questa prima serie di quattro cartoline rappresenta dunque un graditissimo e inaspettato ritorno per un’artista dalla sensibilità dimessa e dall’ispirazione solitaria. Tutti fattori che sarebbe davvero un peccato se precludessero la diffusione delle sue preziose creazioni musicali, adesso distribuite a offerta libera attraverso la sua pagina Bandcamp.

http://entertainmentforthebraindead.com/

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