STORNOWAY – Tales From Terra Firma
(4AD, 2013)
Coccolati dalla critica d’oltremanica ancor prima della pubblicazione del loro album di debutto “Beachcomber’s Windowsill” (2010), gli Stornoway si candidano con decisione ad astro nascente dell’indie-folk inglese.
In “Tales From Terra Firma” la band di Oxford propone una serie di storie di ordinaria umanità, il cui ventaglio narrativo corrisponde fedelmente all’incessante avvicendamento delle forme espressive lungo il corso dell’album.
Nonostante la sostanziale essenzialità della scrittura di Brian Briggs, ispirata all’immaginario romantico degli errabondi cantastorie, al folk-pop sobrio ed elegante palesato nell’esordio, nelle nove tracce di “Tales From Terra Firma” si sovrappongono sovente strutture più composite, che tendono ad abbracciare la coralità bucolica dei Fleet Foxes e le graduali impennate elettrico-orchestrali dei Grizzly Bear.
Non per questo, però, gli Stornoway tralasciano il classicismo delle tradizioni folk (l’arcadica “Farewell Appalachia”, la nostalgica “November Song”), né tanto meno il loro vivace spirito pop, che nelle melodie leggiadre di “The Bigger Picture” riassume il senso di viaggio sotteso al lavoro con piglio estremamente accattivante e “radiofonico”.
Il saltuario affacciarsi delle tastiere e di organi vagamente psych completa infine le tessere variopinte, disposte con accuratezza talora troppo cerebrale, di un puzzle indie-folk in progressiva costruzione.
(pubblicato su Rockerilla n. 391, marzo 2013)