ENNIO MAZZON – Xuan
(Ripples/Nephogram, 2013)
Tra gli sperimentatori italiani più visionari e apprezzati (soprattutto all’estero…), Ennio Mazzon è stato capace di ritagliare un autonomo spazio alla sua declinazione di musica “concreta” risultante dall’interazione di field recordings e suoni/rumori sintetici.
Anche lungo i quarantadue minuti dell’unica traccia del suo ultimo lavoro, si può apprezzare l’interazione e sovrapposizione di fonti sonore di diversa natura, che si confondono in un descrittivismo concettuale ostico in quanto non edulcorato sotto forma di filtraggio ambientale.
Nell’universo di “Xuan”, sibili e bordate di rumore sintetico sono miscelati con rombi e schegge post-industriali in modo tale da smarrire i tratti propri delle rispettive matrici in un universo in apparenza grezzo e a tratti urticante, ma proprio per questo tale da fotografare spazi sonori, riempiendoli della loro essenza più reale e complessa.