OLD JOY – It Slowly Disappears
(Soft Corridor, 2013)
Nonostante il suo progetto personale Old Joy debutti sulla lunga distanza solo ora attraverso la connazionale etichetta Soft Corridor, il belga Sébastien Monnoye è tutt’altro che un artista alle prime armi, avendo cominciato a suonare fin dagli anni ’90 in diverse band e collettivi impegnati nell’improvvisazione elettronica.
Tale esperienza, unita a quella successiva di compositore di colonne sonore, musica per installazioni visuali e performance di danza, si percepisce distintamente nelle dodici tracce che formano l’articolato puzzle di “It Slowly Disappears”. Nell’ora abbondante del lavoro Monnoye solca infatti molteplici terreni della musica elettronica, di volta in volta declinata secondo avvolgenti prospettive ambientali, sinuose pulsazioni e vibrazioni ritmiche brillanti.
Nonostante le note pianistiche cadenzate e i morbidi loop dell’iniziale “La Mélancolie Quotidienne” lascino preludere a un’opera di romanticismo neoclassico, il percorso di “It Slowly Disappears” si attesta invece su una pluralità di piani, tutti ben distanti dalle prime impressioni: la sequenza “The Escape”-“Happiness” muove verso tepori di scarnificato trip-hop completato da vocalizzi femminili, mentre la parte centrale del lavoro delinea un’ambience morbida e sottilmente ipnotica, conseguita attraverso l’iterazione di morbidi loop in espansione, tempestati da correnti dub, esili screziature ritmiche e occasionali field recordings, che generano soundscape caldi e vibranti, in una certa misura affini a quelli del primo 36 (“Change”, “Politics”, “So Close”).
L’accento posto da Monnoye sulla profondità del suono – amplificato anche dal mastering a cura di Fraser McGowan – scaturisce dapprima in brani vivaci e dal piglio positivo quando non addirittura spensierato (“Your Heartbeat”, “Summer Sand”) e infine nelle brulicanti saturazioni delle due parti della conclusiva “Ghosts”. Da questo quadro risulta un album decisamente mutante, la cui ponderosa durata diluisce solo in parte la ricchezza dell’impianto compositivo dell’artista belga, al quale Soft Corridor ha opportunamente riservato la terza uscita del proprio catalogo di edizioni limitate in cento copie.
L’ha ribloggato su Grigiabot.