WASHED OUT – Paracosm
(Sub Pop, 2013)
Reduce dalle derive cosmiche del primo acclamato full-length “Within And Without” (2011), Ernest Greene si lancia nell’esplorazione di un universo parallelo, le cui strutture trascendono le tentazioni electro e le effimere etichette ipnagogiche, attribuite agli esordi del talentuoso trentenne della Georgia.
“Paracosm” è innanzitutto distante anni luce dagli ormai diffusi esperimenti casalinghi con tastiere vintage in bassa fedeltà, non solo per l’accurata produzione – nuovamente affidata a Ben H. Allen – ma soprattutto per la combinazione di due fattori che denotano una significativa maturazione del progetto di Greene: da un lato il tentativo di inscrivere le sue visioni celestiali in canzoni relativamente più compiute, dall’altro il desiderio di espandere il proprio linguaggio sonoro a un ricchissimo lessico che adesso comprende una cinquantina di strumenti.
Capita così che brani quali “Great Escape” e “All I Know” virino verso inusitate dolcezze dreamy, mentre l’incedere ovattato delle melodie e di propulsioni marcate ma mai incalzanti aleggia quale morbido ricamo di sospensioni analogiche e riverberi caleidoscopici, che declinano alla sensibilità presente oniriche nostalgie wave.
Il risultato si lascia preferire quando Greene tempera gli impulsi ritmici sintetici in favore di sonorità liquide, che fungono da rilucente tappeto a sempre più definiti e convincenti saggi di dream-pop retro-futurista.
(pubblicato su Rockerilla n. 397, settembre 2013)