OCTOBER GOLD – Bridge Of The Sun
(Alderbrooke, 2013)
October Gold è un duo formato dai coniugi canadesi Kit Soden e Aliza Thibodeau, intorno al quale ruota un collettivo di circa una ventina di musicisti, deputati a conferire un’ampia dimensione di orchestra folk al nucleo centrale delle diverse esperienze e formazioni musicali della coppia: lui suona la chitarra con evidente piglio folk e canta con voce sottile ma intrisa di forte lirismo, lei invece è una polistrumentista di formazione classica, che passa con dimestichezza dal suo violino a pianoforte, tastiere e ukulele.
Come già nel debutto sulla lunga distanza dello scorso anno (“Into The Silence”), anche nei nuovi brani racchiusi in “Bridge Of The Sun” l’apporto dei collaboratori riveste di grandiosità sonora e profondità suggestiva e canzoni del duo. La natura concettuale del lavoro, ispirato a passi poetici dello scrittore Steven Erikson e in larga misura in essi consistente, trova nel continuo avvicendarsi di momenti di intimo romanticismo e grandiose aperture di archi e fiati un itinerario narrativo dai contorni quasi da musical, suggerita non solo dalla ricchezza degli arrangiamenti ma anche dalla moderata teatralità delle interpretazioni di Soden e dall’emotiva espressività del violino della Thibodeau.
Nonostante la tematica del lavoro e la formula espressiva prescelta siano piuttosto consolidate e ricorrano a grandi linee in tutte le sue dodici tracce, l’allargata orchestra October Gold ora si ammanta della vivacità corale e ritmica di band quali Decemberists o Hey Marseilles, come nell’incedere brillante della title track o nel florilegio di fiati di “Weathered Wings”, ora lascia affiorare in superficie (l’austera “Gallan’s Hope”) le pièce cameristiche che supportano quasi tutti i brani. Benché proprio l’uniformità di tali soluzioni incorra in qualche rischio di stucchevolezza, l’accorato romanticismo e il fluido lirismo di melodie e interpretazioni fanno comunque di “Bridge Of The Sun” l’intensa opera chamber-folk di una band capace di elaborare un proprio definito profilo stilistico, senz’altro più prossimo a raffinati retaggi neoclassici che a facili tentazioni indie.
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