claudio_cataldi_homing_seasonCLAUDIO CATALDI – Homing Season
(Som Non-Label, 2013)

Accantonato l’intermezzo più sperimentale del lavoro condiviso con Female Edition, Claudio Cataldi ritorna compiutamente all’originario amore per le canzoni. Il suo terzo album “Homing Season” ne raccoglie dieci, frutto di un’elaborazione molto personale, senz’altro nutrita da suggestioni del cantautorato folk statunitense ma introiettate con ininterrotto riferimento al contesto e alla sensibilità dell’autore siciliano, questa volta impegnato in una serie di variopinte ballate metropolitane.

L’impostazione di “Homing Season” si presenta inizialmente molto diretta, incentrata su strutture elettriche piuttosto pronunciate che nel brano d’apertura “Song Of Hate” sfogano una rabbia repressa attraverso chitarre spigolose, che nella successiva “September Air” assumono sembianze bluesy già animate da sottile nostalgia. Le robuste torsioni elettriche, che pure non mancheranno di riaffiorare nel corso dell’album (in particolare nella torbida inquietudine rock di “A Magic For You”), tendono tuttavia a svaporare in riverberi di lontana matrice (dark-)dream-pop e, soprattutto, a trasformarsi in languori romantici, che riabbracciano echi di folk gentile, impreziosito dal violoncello di Aldo Ammirata.

Tale ultimo contesto appare il più congeniale per la scrittura e per le morbide interpretazioni di Cataldi, che, pur non rinunciando a un registro sottilmente dolente né a graduali più decise progressioni (“Nowadays”), pennella con tratti delicati istantanee di malinconia che in “Take Care”, “Unconfined” e nell’introspettivo finale “Cal” tracciano un ideale collegamento con quelle di altri due ispirati cantori di ugge mediterranee quali Giovanni Vicinanza (The Softone) e l’altro siciliano Paolo Tedesco (Clouds In A Pocket).

Sotto le sfumature seppiate della copertina di “Homing Season” risiede dunque un composito universo sonoro, che rende la scoperta dei brani di Cataldi sempre mutevole e ricca di sorprese, delineandone l’interessante figura di artista dedito a ibridazioni di linguaggi espressivi talora piuttosto ardite ma che nella semplice formula di voce, chitarra e violoncello ritrova l’essenza più pura di un’ispirazione, comunque, mai banale.

http://claudiocataldi.tumblr.com/

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