3+ – Into A Void
(Preserved Sound, 2013)
In seguito all’opportuno recupero effettuato da parte dell’australiana Twice Removed di bozzetti elettro-acustici dispensati in oltre un decennio di oscura attività (“Your Small Story“), il progetto del giapponese Masashi Shiraishi 3+ ha trovato una propria nicchia di attenzione internazionale, che espande ulteriormente il proprio respiro attraverso un album di nuovo materiale, questa volta pubblicato dalla piccola ma acutissima etichetta polacca Preserved Sound.
Le otto tracce di “Into A Void” vedono Shiraishi espandere il formato della propria creatura artistica a piccolo ensemble da camera grazie al contributo di altri cinque musicisti connazionali (arpa, flauto, violino acustico ed elettrico) e ai field recordings di Simon Whetham.
Con l’apporto di tale formazione ampliata, la grazia tipicamente nipponica delle miniature composte sul pianoforte da Shiraishi fioriscono come ikebana dai colori pastello, intessuti da ricami di piccole note come gocce di rugiada (“Rain With Occasional Smile”) o sviluppati in più articolate texture cameristiche amplificate dal contenuto romantico degli archi (“Trace Of Reminiscence”).
Mentre field recordings e saturi soffi ambientali fanno svaporare le composizioni dell’artista giapponese verso una dimensione astratta appena ricondotta sulla terra da note acustiche tanto sparse e quasi occasionali (“Yorokobi No Uta”) o da sinuosi abbracci d’archi (“Chirinuru Wo Waka”).
L’estremo rigore nella giustapposizione degli elementi compositivi sfocia a tratti in una quiete quasi asettica, nella quale ogni singola stilla sonora viene accuratamente dosata, che tuttavia trova quale contrappunto emozionale nella latente inquietudine di “Emotional Insomnia” e nella placida contemplazione della conclusiva title track, elegante suggello di un lavoro bilanciato, che dell’eterogeneità stilistica in precedenza dimostrata da Masashi Shiraishi coglie un aspetto a lui decisamente congeniale.