SOKIF – Affectionate Unselfish
(Plop / Nature Bliss, 2013)
Dalla techno a una personale interpretazione del neoclassicismo, il percorso non è esattamente breve né agevole: è tuttavia quello compiuto dal compositore elettronico giapponese che va sotto il nome di Sokif in occasione di “Affectionate Unselfish”, lavoro pubblicato alla fine dello scorso anno, che ne ha visto il ritorno al proprio originario pianoforte, calato in un contesto completato da un violoncello, due sax e quattro diverse voci femminili.
Nelle nove tracce dell’album, l’elettronica si ritrae sullo sfondo, fin quasi a svanire o a fungere da mero complemento di pièce cameristiche tuttavia non circoscritte a bozzetti cameristici ma costellate da vivaci rifiniture ritmiche. Fin dall’iniziale “The Butterfly Flies Over A Cloud”, le cadenze del pianoforte di Sokif appaiono votate a un movimento irregolare ma costante, le cui sfumature jazzy si esaltano nel dialogo tra gli ottoni di “The Eyes Which Were Closed”.
Quando invece le melodie si fanno fluide, “Affectionate Unselfish” disvela un cuore romantico e sognante, dal quale gli aggraziati vocalizzi di tre interpreti giapponesi dispensano carezze di dolcezza e precisione tipicamente nipponiche, tra le quali merita una citazione il fragile incanto intessuto da note e armonie vocali su “Waves Burning In Wheat Color”. Una sorpresa ancora più piacevole giunge dal brano conclusivo, “Sail”, l’unico dotato di un testo di senso compiuto, cantato dalla valente folksinger scozzese Jo Mango, che completa di concreto contenuto emozionale le delicate suggestioni di un lavoro tanto prezioso quanto inaspettato.