EKIN FIL – Reds
(Exotic Pylon, 2014)
Le cinque tracce dell’Ep “Reds” vedono Ekin Üzeltüzenci proseguire il proprio personale percorso drone-folk sotto l’alias Ekin Fil. In poco meno di venti minuti l’artista turca condensa (letteralmente) la miscela di soffi ambientali, distorsioni ed esili vocalizzi della quale aveva dato saggio da ultimo nell’omonimo lavoro dello scorso anno. Non si tratta soltanto di una sintesi, bensì di un vero e proprio addensamento degli echi e dei riverberi prodotti dalle sue manipolazioni, frutto della ricerca di un suono puro, tanto etereo quanto palpabile, e come tale in parziale controtendenza rispetto alle più carezzevoli coltri dreamy del precedente lavoro sulla lunga distanza.
In “Reds”, lo stesso contributo vocale di Ekin Fil permane confinato a vocalizzi alieni, saldamente legati a un substrato nebbioso in continua evoluzione, che produce ancora lievi ipnosi ambientali attraverso elongazioni di note d’organo (“Long Still”, “Uranus”), ma predilige imbarcarsi in immaginari viaggi cosmici (“Silence Repeats”) e addirittura farsi sovrastate da falde di rumore gradualmente sovrapposte (“Minus”).
Solo i rigeneranti respiri artici della conclusiva “North” ripiegano su territori meno accidentati, replicando quelle magie in odor di Jessica Bailiff dalle quali è piacevole farsi cullare, piacevolmente trasportati sulle ali di un sogno. Proprio in tal senso “Reds” appare una transizione dell’artista turca verso una dimensione drone-folk complessa e intrigante, pur a costo di una temporanea rinuncia alle componenti più melodiche e accessibili del più accessibile formato del disco precedente.
music won't save you 