MELODIUM – Phoebe
(Hibernate, 2014)
Un’aura mitologica, fedelmente trasposta in atmosfere arcane, circonda le due tracce di Laurent Girard, pubblicate in parallelo al suo nuovo album “Taramae”. La ritrovata prolificità dell’ormai navigato artista francese trova ragionevole giustificazione della sua ripartizione in due diverse uscite, non soltanto in forza della destinazione dei venti minuti di “Phoebe” alla serie di cartoline sonore dell’etichetta inglese Hibernate, ma soprattutto della natura parzialmente diverso del rispettivo contenuto musicale.
A fronte dell’abituale folktronica liquida e giocosa che connota l’uscita più estesa, in “Phoebe” Girard manifesta il suo profilo più ambientale e astratto, ancorché gravitante in una galassia di suoni elettro-acustici, nel quale modulazioni rilucenti e sinuose si fondono con stille acustiche persino animate da lieve nostalgia, mentre i tasti delle tastiere giocattolo si trasfigurano in quelli austeri del pianoforte, fino a fare della parte finale della title track una romantica ninnananna.
L’altro brano, “Orphea”, leggermente più breve, vira invece con maggior decisione verso texture notturne e ipnotiche, ma pur sempre percorse da irregolarità e screziature puntiformi che, seppure in questa evanescente dimensione, recano la firma riconoscibile di Girard, in perenne viaggio interstellare in uno sfaccettato universo di microsuoni, adesso popolato anche da ellittiche derive di elettro-acustica ambientale.